"L'uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
* * *

Europei 2012

Godetevelo, fin che sarà disponibile! 
(il primo è già andato! Proviamo con questo)
Video segnalato ai commenti dell'articolo "Tra libertà e sicurezza"

City of Corpus Christi

Dedicata ad un mio amico "matto"... dei quali si dice che spesso hanno ragione e dicono la verità!

Torna la bella stagione

Come già accaduto in passato, terrore... ed armi di distrazione di massa. 
Adesso più controllo, più sicurezza e meno libertà! Visto che ci siamo anche di protestare a qualsiasi titolo.
Pura dottrina dello shock, portata avanti da mafiosi che si nutrono con ricotta e cicoria, banalmente legati a simbolismi e che per "brindare", son costretti a servirsi di bombole gpl.

3 (11 11 11) 33

"Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ."

- David Rockefeller, 1991 -


Da vedere prima dell'11 11 11 from censuratixcaso on Vimeo.


Il drago rosso dell'Apocalisse, Draghi e Monti

di Paolo Franceschetti

Invenzioni e scoperte

Per carbone, petrolio e nucleare abbiamo già sperimentato guasti e storture. Non ci resta che attendere di vedere quel che deriverà a seguito delle evidenti forzature imposte dal nuovo mercato delle agro-energie, sostenuto da fameliche multinazionali del settore, e dall'uso improprio delle ultime risorse rimaste: terra ed aria.

Due link (Biojetfuels - SPK) per esplorare ed espandere le vostre ricerche.


Usurpatori


Lapide dell'11 Settembre 2011:

"La tragedia di quel giorno - afferma il Pontefice - e' aggravata dalla pretesa degli attentatori di agire in nome di Dio".

Ma cos'è questa crisi?


Dunque. Gli stati sono sotto attacco da parte di speculatori finanziari. Nessuno sa chi sono questi loschi figuri e dove si nascondono. Non esiste modo per poterli contrastare.
Governanti e lacchè, per poter salvaguardare l'economia della nazione, hanno quindi bisogno di maggiori poteri per realizzare, senza intralci, tutto quel che è lecito compiere per superare l'attuale situazione. Vale a dire, maggiori poteri per indebolire ulteriormente lo stato sociale, per privatizzare, liberalizzare e svendere quel poco di buono che è rimasto, per bloccare o ridurre salari, stipendi e pensioni, per aumentare tasse.


Siete proprio degli stolti: il popolo, messo alla fame, morde!


Come un ladro nella notte


Parola d'ordine: occultare e soprattutto distrarre costantemente da quel che presto potrebbe rivelarsi un inevitabile evento catastrofico.
Accetto il rischio di passare per ingenuo catastrofista ma, sono sempre più del parere che se qualcosa deve proprio accadere, questo qualcosa non può che provenire da quello sconosciuto universo che ha fatto e seguiterà a fare quel che vuole del nostro pianeta Terra.
Per questo ritengo che valga sempre la pena di analizzare ogni notizia in tale ambito purchè supportata da un minimo di fonti, una certa coerenza e prove documentate.
La verità, ossia tutto quello che una parte recente dell'umanità può aver già vissuto, ci è stata certamente tramandata attraverso antichi miti e scritture, da troppo tempo in mano a vecchi e moderni scribi.

La corona di 12 stelle

l’Europa va in rovina perché il potere è nelle mani di una decina di banchieri, e sono essi a quantificarne la forza, giocandola in Borsa. Giocatori che soltanto la penna di Dostojewski sarebbe in grado di descrivere, questi banchieri hanno messo sul tavolo da gioco le Nazioni e non si alzeranno fino a quando non le avranno giocate tutte, essendo loro ad avere in mano il banco.

Leggi anche:


Povera Patria

Dopo l'ultima messa in scena dell'attacco all'economia italiana, con i risultati che tutti conosciamo, è ormai abbastanza evidente che siamo circondati da una moltitudine di burattini e burattinai: un intero sistema perfettamente coeso ed in rotta verso un unico obiettivo.

E' adesso il tempo del ritorno del messia, del risveglio delle coscienze?


Dal nostro inviato



In alternativa (specialmente non appena il video verrà rimosso per violazioni di copyright!), vi metto a a disposizione alcuni link, per rimanere invece aggiornati su quel che di importante accade in Gran Bretagna:

Voi che 'ntendo il terzo ciel movete




« Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei. »


E dove può trovarsi se non nelle nostre mani e nella nostra mente!

Che la bestia ed il suo marchio siano emblemi riconducibili al denaro è cosa nota, ben dimostrata dal simbolismo meticolosamente celato in banconote e monete. Simboli, sistemi di forze ed espressioni di volontà che non si trovano lì per strane coincidenze ma perchè qualcuno ce l'ha messi.

Apocalisse è un libro che prende corpo e sostanza soltanto quando, parafrasando concetti totalmente incomprensibili, si riesce a trovare una corrispondenza con un fatto realmente accaduto. L'esatto processo inverso, quindi.

Nonostante ciò l'apocalisse, al termine della sua fase catartica, rischia di arrivare a compimento per volere di una ben identificabile elite dominante, con il beneplacito di intere masse addormentate; la catastrofe, che in drammaturgia è la parte finale di una commedia tragica, è il programma che essi intendono realizzare, per raggiungere i loro propositi. Potere, controllo, ricchezza. Per questi obiettivi si è disposti a tutto.
Pestilenze? Terremoti? Uragani? Serve versare veleni dalle coppe? Una guerra in terra santa?
La regia diventa sempre più complessa... ma nulla è irrealizzabile.


Riusciremo a raggiungere il benessere comune soltanto quando avremo attribuito al denaro il suo reale valore intrinseco, sempre che qualche byte possa sopravvivere anche in assenza di energia elettrica.
Confidiamo quindi nell'aiuto del nostro caro fratello sole.

Apocalisse, ultimo atto



Poi, finalmente, gli alieni di entrambe le parti potranno affrontarsi nella battaglia finale. Sarà arrivato il momento, no? Quando ce li farete vedere!

Per fortuna stiamo arrivando alla fine di questa ridicola trama apocalittica; sono stati necessari 2000 anni di progresso in tutti i campi, per poter alla fine consentire ad una sparuta ed insignificante setta di psicopatici, di mettere in scena e vedere realizzato ciò che è predetto in questa pseudo-profezia.
L'idea del depopolamento è una soluzione presente in apocalisse... e questo è quel che rimane da perseguire quale atto finale.

Tutto questo sforzo per ritornare consapevolmente ad un'epoca quasi preistorica, per razionarsi scorte accumulate in bunker sotterranei, e fortemente convinti di poter ripartire beatamente, nelle grazie del Creatore, con quattro sementi.

Santo subito!

Ostara

Ostara è la celebrazione dell'equinozio di Primavera, la giornata in cui Luce e Buio sono in equilibrio. La vita si rinnova, l'inverno e' definitivamente passato, e tutto cio' che e' vecchio lascia spazio al nuovo.
La Natura si risveglia e con lei la nostra Spiritualita'.
In questa giornata molte delle decorazioni e dei rituali implicano l'utilizzo di uova.
Ostara e' infatti il nome germanico della Dea simboleggiata dall'uovo, che contiene in se' il principio della vita e il bipolarismo maschile-femminile del divino.
La Dea celebrata nella veste di fanciulla e' quasi pronta all'unione con il Dio che verra' celebrata a Beltane.

Anche questa festa sembra coincidere con la Pasqua Cristiana, che viene celebrata la prima domenica successiva alla Luna Nuova che segue l'Equinozio di Primavera.


Articolo Originale:
Ostara e equinozio di primavera



Leggi anche:
Origini pagane della pasqua

Il ritorno degli Annunaki

Dal blog di Gennaro Gelmini

Molti di Voi che leggete codesta lettera ci crederanno e già sapranno che queste cosidette scie chimiche sono formate da delle Creature extraterrestri, e fin qui è cosa che taluni di voi già sanno, mentre gli altri che non lo sanno farebbero bene a crederci, giacché se non ci credono si dovranno presto ravvedere, ma la vera risposta al perché le Creature extraterrestri formino le scie chimiche non la potete conoscere...


le Creature extraterrestri che creano le scie chimiche sono le medesime che sono in procinto di compiere un lungo soggiorno sul pianeta Terra ...

queste Creature extraterrestri abbisognano quindi di ricreare sul nostro pianeta Terra le condizioni ambientali idonee alla loro seppur non definitiva permanenza, considerando che hanno una predominante respirazione cutanea, cioè respirano anche con la pelle del loro corpo, allo stesso modo degli anfibi terrestri, quindi occorre aumentare la presenza dei sopradetti metalli contenuti nell’atmosfera del loro pianeta anche nell’atmosfera della Terra...

Occorre anche precisare il perché gli oggetti spaziali che formano le scie chimiche tal volta siano invisibili, potendosi così notare solamente le scie che essi stanno formando in quel dato momento, altre volte hanno l'aspetto di aerei a reazione: col primo metodo è facile comprendere che essi siano dei dischi volanti resi invisibili, ma vi renderete subito conto che rimanendo le scie chimiche visibili, questo metodo non risulta sufficientemente mimetizzato, ecco quindi subentrare un secondo metodo, che consiste nel mimetizzare l’aspersione delle scie chimiche mediante tecnologia retrò, difatti non potendo nascondere le scie chimiche, la cosa migliore è farle apparire come normali, da qui la creazione e l’utilizzo da parte di codeste Creature extraterrestri di dischi volanti camuffati da aerei a reazione, ed ecco che, così facendo, tutto può apparire all’occhio umano come una striscietta nel cielo, che ai profani non turba alcunché...

Le scie chimiche non possono essere ritenute facenti parte di esperimenti militari degli Stati Uniti d’America, come taluni erroneamente suppongono, poiché nessuna nazione potrebbe attuare un piano militare che non preveda un raggio d’azione ben delineato, una zona circoscritta su cui operare, dato che formazioni di scie chimiche sono state osservate nei cieli di ogni parte della superficie del globo terrestre, Stati Uniti d’America compresi...

Link all'articolo

Onomanzia

Esiste una dimensione in cui i nomi delle cose sono indistinguibili dalle cose per noi materiali. In questa dimensione esistono agenti fatti di pensiero che toccano i sensi dell’uomo con effetti materiali che hanno un filo logico coerente. Questo filo logico assomiglia molto a Dio ed è occupato da gruppi di potere che lo gestiscono operando sui nomi e lo tengono segreto con un atteggiamento malevolo verso il resto dell’umanità.

Il linguaggio contiene due classi di significati. Uno è quello che serve per comunicare apertamente; l’altro, serve per pilotare inavvertitamente le decisioni della gente e serve anche per dar vita a cose che altrimenti non esisterebbero.

La realtà in cui viviamo è sostituita dai nomi delle cose che sono indistinguibili dalle cose stesse, e le relazioni tra cose e persone dipendono dai significati nascosti nei nomi e nelle parole più che dal loro significato apparente. Il controllo della realtà è in mano a chi controlla le parole e tutto è avvolto nel massimo segreto affinché ogni codice di significati sia noto solo alla categoria di persone cui quel codice, e quel comportamento, sono destinati.

Perché tutto funzioni bene, dal punto di vista di chi regola il giuoco, è importante che tutto sia simboleggiato bene dai nomi, e che ai vari concetti corrispondano feticci veri e reali.

Astrofisica e previsione dei terremoti



Dopo Cile, Nuova Zelanda e Giappone, potrebbe essere il turno della California. Dal video che vi propongo, e come in effetti è stato nei giorni antecedenti il sisma del Giappone, sembra che il ciclo solare ed i solar flux registrati abbiano giocato un ruolo importante.

Potete seguire un interessante sequenza di articoli e video da questo link

Interrogazione Parlamentare del "traditore" On. Scilipoti

Atto Camera - Interrogazione a risposta scritta 4-10970 - presentata da
DOMENICO SCILIPOTI - martedì 22 febbraio 2011, seduta n.437

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa.


- Per sapere - premesso che:

nel 1999 il Parlamento europeo con delibera nr. A 4-0005/99 del 14 gennaio 1999 si è espressa contro le sperimentazioni HAARP (con base in Alaska-Usa);

nel 2002 l'Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli USA sulla ricerca climatica e il capo dei ricercatori italiani e il Professore Franco Prodi;

nel 2003 l'ex Ministro della difesa, Martino, autorizza le forze aeree Usa (USAF) a sorvolare gli spazi aerei dell'Italia;

nel periodo dal 2003 al 2009 sono state presentate nr. 14 interrogazioni parlamentari sull'argomento;

le sostanze tossiche utilizzate per le operazioni di aerosol sono composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri;

l'alluminio è una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema nervoso centrale, che i processi omeostatici cellulari (l'alluminio è un fattore determinante nell'Alzheimer);

l'intossicazioni di metalli produce un abbassamento delle difese immunitarie;

l'alluminio uccide la flora batterica dei terreni;

le piogge prodotte dalle scie chimiche cambiano il ph dei terreni;

le operazioni di aerosol, comunemente chiamate scie chimiche, finiscono per determinare, ad avviso dell'interrogante, una lesione di diritti sanciti dalla Costituzione -:

se il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative volte:

a) ad accertare i valori di acidità, ovvero, i ph cambiati dal 2003 al 2010, a mappare con precisione la qualità attuale dei terreni e a garantire la cessazione delle operazioni suddette in quanto obbligano all'utilizzo di OGM;

b) a misurare il livello di bario e di alluminio nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari;

c) a misurare il tasso d'inquinamento dell'aria specificamente in relazione ai prodotti utilizzati nelle operazioni di aerosol;

d) a determinare il rischio ambientale e per la salute della popolazione dei territori soggetti a operazioni di scie chimiche permanenti;

e) a chiarire l'influenza che le operazioni di scie chimiche dal 2003 ad oggi hanno avuto sulla salute degli italiani;

f) a pubblicare le ricerche epidemiologiche relative:

1) alle malattie infettive dell'apparato respiratorio;

2) allergie dovute a intossicazione da metalli;

3) Alzheimer e altre malattie degenerative riconducibili all'intossicazione di metalli;

g) a stimare la correlazione dell'aumento delle malattie in rapporto alle sostanze utilizzate nelle scie chimiche (ovviamente ogni malattia è multifattoriale e le questioni ambientali incidono significativamente, ma dal 2003 se vi è stato un aumento statistico significativo probabilmente dovuto alle scie chimiche);

intenda promuovere la cancellazione del segreto di Stato relativo alle scie chimiche e far cessare le operazioni che comportano scie chimiche tutt'oggi effettuate. (4-10970)


Invito alla pubblicazione e diffusione di questo testo
(le sottolineature ed il grassetto sono aggiunte dell'autore del blog)

No democrazia no party


Su quel che c'è da esportare...

Franco Frattini e l'Afghanistan:
«Chi chiede il ritiro immediato fa strumentalizzazioni politiche. La morte dei nostri ragazzi provoca giusta emozione e anima comprensibili reazioni emotive. Ma io dico che portare democrazia in Afghanistan significa dare sicurezza in Europa, tenendo lontano il terrorismo internazionale dalle nostre città» ... «La democrazia si esporta con tutti i mezzi necessari. Le armi servono solo a difendersi e ad assicurare la vita quotidiana (…)»



Franco Frattini e la Libia:
«L'Europa non deve esportare la democrazia. Noi vogliamo sostenere il processo democratico, ma non dobbiamo dire: questo è il nostro modello europeo, prendetelo. Non sarebbe rispettoso dell' indipendenza del popolo, della sua ownership»


Obiettibi a medio e lungo termine di Al Qaeda!

Cospirazionismo e memetica

La memetica, come molti sanno, è una cosa inventata da Richard Dawkins in un capitolo del suo libro Il gene egoista.

In origine era solo un'analogia molto interessante. Dawkins si chiedeva se oltre al Dna era possibile individuare altre entità che evolvessero in modo darwiniano, ovvero tramite replicazione ed errori, e la selezione operata dall'ambiente. Un possibile candidato, secondo Dawkins, erano le "idee", o "unità di memoria", ribattezzate "memi" per assonanza con i geni.

Le idee, secondo questa concezione, sarebbero copiate e trasmesse più o meno fedelmente attraverso i vari veicoli (i cervelli umani, eventualmente attraverso l'intermediazione di media come la stampa o la tv), entrerebbero in competizione tra loro per occupare le limitate risorse di memoria dei loro portatori, ed evolverebbero di conseguenza.

Una filastrocca, ad esempio, può essere sentita una prima volta, memorizzata, e poi ritrasmessa con qualche piccola modifica. Il successo delle varie ed eventuali modifiche, che possono dipendere da semplici lacune di memoria di colui che ripete la filastrocca, dipenderà dalla loro facilità di memorizzazione e di esecuzione. Filastrocche troppo complicate e con versi eccessivamente lunghi, parole difficili, e dalla metrica ardita, quindi, tenderanno a cedere il passo alle loro varianti più semplici, dalla cadenza ripetitiva e in rima baciata.

L'idea interessante è che così come, secondo Dawkins, i geni non lavorano necessariamente per il bene dell'organismo ospite, ma lavorano, egoisticamente, soprattutto per il proprio tornaconto (la massima diffusione nella biosfera), così dovrebbero agire anche i memi. In questo modo si spiegherebbe la diffusione di idee che sembrerebbero altamente perniciose, almeno dal punto di vista degli esseri umani che le ospitano.

L'esempio paradigmatico di meme è la classica catena di sant'Antonio, diffusa per lettera come ai vecchi tempi o ancora meglio via posta elettronica. Un messaggio di questo tipo non ha altra funzione se non quella di replicarsi il più possibile, e infatti anche il suo contenuto consiste di poco altro che dell'istruzione "replicami", accompagnato da qualche minaccia o lusinga. Lo si potrebbe paragonare a un virus, che infatti non è altro che uno scarno involucro di proteine contenente una stringa di Dna la cui unica funzione è quella di replicarsi. Alcune varianti della classica catena sono i consueti appelli-bufala, che facendo leva su sentimenti universali come la pietà per i bambini malati o il sospetto nei confronti delle malefatte delle industrie multinazionali, ci convincono a diffondere messaggi il cui contenuto non è stato verificato.

Ma Dawkins aggiunge, provocatoriamente, che anche entità culturali enormemente complesse come le religioni potrebbero essere paragonate a "virus della mente". Il beneficio che le religioni apportano alla vita dell'individuo, o alla società nel suo insieme, è infatti dubbio (almeno dal punto di vista di Dawkins che è un noto anticlericale). Ma le religioni, a volte dotate di contenuti poco "ragionevoli" (come la credenza in un parto virginale), sono provviste, come le catene di sant'Antonio, delle loro minacce e lusinghe allo scopo di convincere il loro portatore a non abbandonarle, e anzi a propagarle.

Un "trucco" ben riuscito, ad esempio, una vera barriera contro la ragionevolezza e il buon senso, è il famoso motto attribuito a Tertulliano "credo quia absurdum": "ci credo proprio perché è assurdo", e non "nonostante sia assurdo". In questo modo l'assurdità di un sistema di credenze si trasforma, agli occhi del portatore, in un pregio, in una caratteristica affascinante, piuttosto che in un difetto. Questo "atletismo della fede", per cui un uomo è tanto più virtuoso quanto più riesce a digerire le peggiori sciocchezze, è in effetti una caratteristica comune a molte credenze religiose.

La memetica quindi sarebbe lo studio scientifico delle strategie elaborate dai memi al fine di garantire a se stessi la massima diffusione e conservazione. Il problema è che una scienza del genere non esiste, nonostante il successo clamoroso dell'idea di Dawkins al livello della cultura pop, perché dopo trent'anni dalla pubblicazione del Gene egoista siamo ancora fermi allo stadio del vago suggerimento e dell'analogia. E probabilmente questo è anche il massimo cui la memetica possa aspirare: non può esistere una scienza della memetica per il semplice motivo che la cultura, escluse notevoli eccezioni, non si evolve affatto in questo modo.

Dawkins, con la sua consueta abilità argomentativa e intelligenza, ha fatto balenare davanti agli occhi dei neo-positivisti il miraggio impossibile di una scienza materialistica e quantitativa della cultura, rivoluzionaria quanto lo è stata la teoria di Darwin per la biologia, e molti suoi ammiratori (fra cui un grande filosofo come Daniel Dennett) ci sono cascati con entrambi i piedi, sottovalutando le difficoltà intrinseche in una tale visione. Tanto per cominciare, la stessa esperienza quotidiana e un minimo di introspezione dovrebbero avvertirci che le cose non possono essere così semplici.

Le idee, infatti, non vengono diffuse e replicate per semplice imitazione, e non si modificano per il tramite di errori casuali: esse si trasformano a causa dello sforzo cosciente, da parte dei loro portatori, di migliorarle, valutandone le potenzialità e gli eventuali difetti. Le idee non sono virus che si propagano nell'aere dai quali rimaniamo involontariamente infetti e che diffondiamo tramite contagio altrettanto inconsciamente. Noi le cerchiamo, nello sforzo di migliorare le nostre vite e la nostra visione del mondo, le selezioniamo, scartando quelle che ci paiono inutili o dannose, e poi ci sforziamo di migliorarle, per trovare le soluzioni ai nostri problemi o alle nostre curiosità sul mondo. E niente di tutto questo assomiglia a un vero processo di selezione darwiniana.

Una mente cosciente e intelligente è un qualcosa che viene sempre a rompere le uova nel paniere ai vari progetti riduzionistici. C'è infatti qualcosa di più, per il quale rimango piuttosto scettico riguardo alla memetica: nessuno sa dire esattamente in che cosa consistono i memi, o idee. Non che la definizione di "gene" sia del tutto priva di ambiguità, ma nel caso della genetica sappiamo grosso modo a cosa corrisponde un gene nel mondo materiale: è un pezzetto di acido desossiribonucleico incorporato in una cellula. Sappiamo dire quando un gene è dello stesso tipo di un altro, anche a prescindere dalla funzione svolta per l'organismo: due geni sono identici quando sono composti dagli stessi nucleotidi, quando le loro "stringhe" sono identiche. Mentre nel caso delle idee, non solo ci mancano criteri chiari per capire quando un'idea è la stessa di un'altra (il vecchio Quine diceva sempre "no entity without identity"), ma abbiamo anche molti motivi per credere che non esista niente, nel mondo materiale, a cui corrisponda sempre una stessa idea (una tale posizione corrisponderebbe, in filosofia della mente, alla teoria dell'identità dei tipi, oggi assai poco in voga).

Dal momento che non abbiamo un'idea di cosa siano, in realtà, le unità di replicazione e selezione che renderebbero conto in maniera darwiniana dell'evoluzione della cultura, è difficile pensare di poterci davvero costruire sopra una scienza rigorosa. Quella di Dawkins resta, tuttavia, una provocazione affascinante, che alcuni studiosi hanno inoltre raccolto ed elaborato in maniera critica e originale (ad esempio Dan Sperber, che invece di "memetica", con la sua stretta analogia darwiniana, preferisce parlare in modo più generico di "epidemiologia delle credenze"). E su cui vale la pena di riflettere.

Se sono abbastanza sicuro, infatti, che una tale analogia non possa affatto rendere conto dell'evoluzione della cultura nel suo complesso, può ben darsi invece che alcuni fenomeni culturali abbastanza circoscritti corrispondano grosso modo al quadro delineato da Dawkins ed epigoni. Trovo abbastanza inutile chiedersi da dove venga la teoria della relatività: essa è un parto del genio di Einstein, ed è così diffusa, nei libri di testo e nelle università, perché rappresenta una descrizione vera del mondo, o almeno un'ottima approssimazione alla verità. Ma da dove vengono, invece, le barzellette o le leggende urbane, da dove vengono certi culti religiosi (ho letto da poco un romanzo, Pastorale americana di Joseph Roth, dove la figlia del protagonista a un certo punto si dedica al giainismo: si mette una garza sulla bocca per non nuocere ai microbi, ed evita di lavarsi per non fare del male all'acqua), da dove vengono certe teorie di complotto?

Le teorie del complotto infatti sono un po' come le barzellette: non nel senso che fanno ridere (non solo), ma nel senso che le modalità di propagazione sono simili. Molto spesso non c'è un vero "autore": alcuni complottisti sono molto noti, ma di rado possono essere identificati come gli autori originari delle teorie cospirazioniste, poiché esse sono "nell'aria" e attecchiscono dove trovano del terreno fertile. A differenza della teoria della relatività, inoltre, è molto difficile sostenere che le cause del loro attecchimento si trovano nella loro corrispondenza alla realtà o nel successo nel prevedere o spiegare gli eventi. Esse corrispondono piuttosto a bisogni psicologici, e si alimentano dei pregiudizi o delle fobie della gente.

Come le barzellette, esse sembrano propagarsi ed evolversi per replicazione ed errore, nel senso che vengono ripetute acriticamente in maniera meccanica, salvo le innumerevoli varianti che acquistano vita indipendente, e delle quali è molto difficile rintracciare l'origine. La riprova del carattere "meccanico" o automatico del sistema di propagazione la si può ritrovare in qualsiasi forum di discussione sulle teorie cospirazioniste, e nella loro evoluzione altalenante e imprevedibile. Basti notare infatti come risulti pressoché impossibile superare o dare per acquisite certe nozioni: supponiamo che venga denunciata una certa "stranezza" della "versione ufficiale" per quanto riguarda il 9/11, come ad esempio il fatto che le rotte percorse dagli aerei mostrano manovre "impossibili". La cosa viene ripetuta fino a quando qualcuno non fa notare che le rotte disegnate in realtà non sono quelle ufficiali, le quali invece appaiono eseguibili senza difficoltà particolari. Il tema viene dimenticato per un breve periodo di tempo, ma dopo qualche mese un nuovo utente apre una nuova discussione dove denuncia il fatto, scandaloso, che gli aerei hanno percorso manovre impossibili. E si riparte da capo. Non si può dire che non esista un'evoluzione, ma di certo non c'è progresso.

Nonostante molti cospirazionisti amino definirsi "ricercatori", è fuor di dubbio che la ricerca scientifica non progredisce in questa maniera. I ricercatori non assimilano passivamente le nozioni ripetendole a pappagallo senza verificarle e senza aggiornarsi allo stato dell'arte della ricerca. I ricercatori vanno in cerca delle informazioni più attendibili, più aggiornate, e poi tentano di elaborarle personalmente (dove però per elaborazione personale non si intende, ovviamente, la prima boiata che viene in mente), e poi verificano di nuovo il frutto delle loro elaborazioni. No, le teorie scientifiche non assomigliano un granché ai memi di Dawkins.

Trovo interessante il fatto che una teoria avanzata al fine di rendere conto, in maniera sistematica e simil-quantitativa, dell'evoluzione della cultura, ovvero della più alta espressione della mente umana e della sua capacità raziocinante, riesca ad apparire promettente solo in quei campi ristretti dove la razionalità sembra fallire del tutto il suo compito.

Articolo originale e commenti sul blog
l'albero di maggio

Se siete interessati ai romazi di Urania, ecco il link

Ricevo e pubblico...

direttamente dalla cassetta della posta, evitando grassetti, sottolineature e commenti.


TEMPO DI QUARESIMA

VISITA PASTORALE E BENEDIZIONE ALLE FAMIGLIE

L'annuale cammino di penitenza della Quaresima è il tempo di grazia, durante il quale si sale al monte della Pasqua. Ci prepariamo a questo evento con le opere del digiuno, della preghiera e dell'elemosina. Il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo vale per tutti l'obbligo del digiuno; inoltre il venerdì di Quaresima ci si astiene dalle carni. Più intensa si fa la preghiera personale; si apre il nostro cuore alle necessità dei fratelli soprattutto dei più poveri.

Come ogni anno, secondo antica tradizione, nel periodo che precede la Pasqua, il parroco o alcuni collaboratori in suo nome, visitano le famiglie della parrocchia per portare a tutti l'annuncio della Pace e della Benedizione di Dio; è lo stesso Gesù, che compie questa visita. Si tratta di una breve preghiera nel luogo dove la famiglia si riunisce solitamente.
E' opportuno, se possibile, preparare un luogo adatto, mettendo una tovaglia, un fiore, un crocefisso oppure un'icona, un'immagine sacra, una candela.

(nella foto, un simpatico lettore mp3 a forma di crocefisso)

Lasciamo spazio alle intuizioni


L' 11 febbraio 2011 è iniziata l’ultima fase della piramide evolutiva del calendario Maya; esso non ha mai predetto alcuna catastrofica fine del mondo e non è altro che un sistema atto a misurare ed a mantener traccia del flusso della Creazione.

I cambiamenti si susseguiranno in modo vorticoso, di mese in mese, ed è il momento adatto per lasciarsi guidare dal proprio senso dell'intuito: l'unico ad avere una connessione con la conoscenza interiore ed in grado di indicarci al momento giusto cosa fare.

L'intuizione si realizza solo a compimento del seguente processo: l’Attenzione, che sviluppa la Intenzione, che genera l’Integrità, che consente l'Intuizione. Siamo quindi giunti al passaggio cruciale in cui ci viene chiesto di rimanere centrati, a restare integri, senza rimanere in balia della mente con tutte le sue ragioni e scuse.

La mancanza di integrità fa crollare religioni, istituzioni, relazioni; quando un sistema non ha più integrità, collassa... ed è esattamente quel che stiamo vedendo in questo nostro tempo di fine civiltà.

Rielaborato e tratto da Ecplanet: 1O febbraio 2011: un nuovo inizio di ciclo nel calendario Maya

Prove tecniche di trasmissione?

Titolo originale: Alla ricerca della “bomba etnica” di Sabina Morandi
BOILER - GIORNALE DI SCIENZA, INNOVAZIONE E AMBIENTE
SITO INTERNET WWW.ENEL.IT/MAGAZINE/BOILER


Si chiama SNP (da single nucleotide polymorphisms) la più piccola unità della variabilità genetica. Se tutti gli esseri umani sono virtualmente dotati dello stesso Dna, i cui geni differiscono di poco uno dall’altro, ogni individuo è però geneticamente unico perché in alcuni punti del Dna ci sono piccole differenze, chiamate polimorfismi che, messe insieme, sembra determinino l’individualità genetica. Anche se non è ancora stato provato che siano i polimorfismi dei singoli nucleotidi (le più piccole unità del Dna) a farci diversi uno dall’altro, la ricerca sugli Snp è già diventata la nuova miniera d’oro del biotech. Sugli Snp si basa la fortuna delle società che gestiscono le banche dati del Dna, e sempre sugli Snp verte la ricerca che tenta di progettare medicine su misura, “cucite” addosso al Dna individuale. Naturalmente occorrono enormi raccolte di dati e progetti su larga scala che riescano scovare i campioni di Dna fra le popolazioni più isolate ed etnicamente uniche del mondo. Ed è qui che entra in ballo l’interesse strategico e l’ipotesi, fantasiosa ma non del tutto infondata, di poter creare un’arma razzialmente selettiva.


Il genetista di fama internazionale Luca Cavalli-Sforza, con i suoi lavori sulla genetica delle popolazioni, ha dimostrato che il concetto di razza è scientificamente infondato. Esistono però delle differenze genetiche nella vulnerabilità ad alcune malattie, che possono essersi tramandate soprattutto fra le popolazioni più isolate, come stanno dimostrando le ricerche sugli Snp. Anche se la possibilità di isolare questi tratti genetici particolari è ancora tutta da dimostrare la semplice ipotesi sembra sia bastata per lanciare alcuni scienziati sulle tracce della cosiddetta “bomba etnica”. Solo due casi sono emersi dal segreto dei laboratori, ma entrambi sono considerati “scientificamente plausibili”.
Nel novembre del 1998 il Sunday Times ha lanciato la sua bomba mediatica: Israele starebbe lavorando a un’arma geneticamente selettiva. Lo scopo degli scienziati militari sarebbe quello di creare un batterio o un virus geneticamente modificato per attaccare solo i portatori di determinati geni, geni caratteristici della popolazione irachena. La notizia è di quelle non verificabili per definizione e va a cozzare con un dato evidente: la sostanziale identità genetica fra arabi e israeliani. Questa constatazione, però, non ha impedito alla British Medical Association di considerare realistica la possibilità che, entro una decina di anni, si arrivi a sintetizzare un’arma del genere in quanto “una volta isolati i geni che determinano l’altezza, il colore della pelle e altre caratteristiche somatiche, il fattore razziale potrebbe diventare un bersaglio”.

Assolutamente verificabili sono invece i programmi di guerra chimica e biologica portati avanti dal governo Sudafricano durante l’apartheid, emersi per la prima volta durante le udienze della Commissione Verità e Riconciliazione che si tennero a Johannesburg nel 1998. Lì le parole del “Mengele sudafricano”, come lo battezzarono i giornali, fecero luce su uno dei peggiori episodi dell’apartheid e della storia della scienza. Wouter Basson, cardiologo personale dell’ex presidente P.W. Botha, è risultato essere la mente di alcuni progetti di ricerca perseguiti nel Roodeplaat Research Laboratory, tutti incentrati sull’obiettivo di trovare modi “naturali” di uccidere senza lasciare traccia. A tal fine, nei laboratori era stipato di tutto: ceppi colerici, antrace, funghi velenosi sintetizzati dagli scienziati russi che, sembra, sono stati sperimentati durante la guerra in Angola. L’altro progetto che stava a cuore al dottor Basson era lo sviluppo di un vaccino razzialmente selettivo per contenere la fertilità, progetto che, sebbene fosse considerato irrealizzabile dalla maggior parte dei colleghi di Basson, assorbiva circa un terzo delle risorse e del lavoro del centro.

Il fatto che la “bomba razziale” fosse irrealizzabile non ha impedito al dottor Basson di continuare a cercarla e, soprattutto, di sperimentare le sue ingegnose creazioni. Nell’ottobre 1999 si è aperto a Pretoria il processo nel quale il medico razzista deve rispondere dell’assassinio diretto di 30 persone e di quello, “accidentale”, di altre 200, per la maggior parte guerriglieri della Swapo in Namibia, che hanno trovato la morte nel corso degli esperimenti del Project Coast, come aveva battezzato le sue “ricerche”. Ma sul banco degli imputati non c’è solo una mente criminale. Resta il fatto, ben più grave, che per procurarsi i suoi ceppi di colera, antrace e svariati batteri modificati, Basson è riuscito a entrare nella cerchia dei super scienziati della guerra biologica, infiltrandosi nei programmi di guerra batteriologica inglesi, russi e statunitensi, ai cui esperti vendeva i risultati dei suoi esperimenti. Un ristretto gruppo di scienziati tuttora all’opera, che nessuna corte internazionale o nazionale si sogna di chiamare in causa.

estratto da Protezione Civile Lazio

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Dopo i migliaia di corvi e pesci tamburo ritrovati morti in Arkansas (USA), alla cui causa di morte non è stata ancora data nessuna spiegazione plausibile, il fenomeno insolito non finisce qui (...)
Ho motivo di credere che possano essere due le ipotesi atte a spiegare tali fenomeni. Credo pure che non si esauriscano tanto presto.

Test militare (chi?
Skylark, organismo parabellico transnazionale segreto) su bersagli specifici. Ora colpiscono singole specie animali, domani abbatteranno singole etnie di uomini: ispanici, ebrei, afroamericani, indù, slavi, arabi...

Fenomeno squisitamente fortiano. Perturbazioni sul continuum tra dimensioni tangenti la nostra, provocherebbero tali morie. Perché alcune specie e non altre? Target archetipale che viene messo in sofferenza.

Leggi l'articolo originale dal blog Il Grande Ignoto

... ed anche il simpatico manualetto predisposto della FEMA per il 2011, segnalato nei commenti dello stesso articolo.

Tra finzione, profezie e realtà


"Ci sarà un giorno in cui gli uccelli cadranno dal cielo, gli animali che popolano i boschi moriranno, il mare diventerà nero e i fiumi scorreranno avvelenati.
Quel giorno, uomini di ogni razza si uniranno come guerrieri dell'arcobaleno per lottare contro la distruzione della Terra"


La dottrina che s’ asconde sotto il velame delli versi strani

Concepito come il percorso iniziatico di uomo alla ricerca delle sue origini e dunque sulla Via del ritorno, quello della Divina Commedia è un linguaggio simbolico che cela segreti universali che riecheggiano ancora nei versi del Sommo Poeta. La Divina Commedia è un testo iniziatico-alchemico? Possiamo ravvisarvi il mezzo attraverso cui Dante, il Sommo Poeta, volle codificare le sue conoscenze e la sua sapienza come altri prima di lui fecero? “O Voi che avete gl’intelletti sani mirate la dottrina che s’ asconde sotto il velame delli versi strani” Così si rivolge Dante al suo uditorio privilegiato capace di comprendere un insegnamento che si nasconde sotto il velo dei suoi versi, una dottrina che non è per tutti, ma solo per gli iniziati, per coloro che, appunto, hanno “gli intelletti sani”. Una medaglia conservata a Vienna recante l’immagine di Dante e la scritta F.S.K.I.P.F.T. è stata interpretata come “Fidei Sanctae Kadosh Imperialis Principatus Frater Templarius” e vista come la verifica storica dell’appartenenza del poeta all’ordine dei Fedeli d’Amore, o Fede Santa, associato a quello dei Templari, ma la sua opera parla da sola e indica il cammino della trasmutazione dell’essere umano che la Divina Commedia illustra. Dante compie il suo viaggio durante la settimana santa, all’equinozio di primavera, quando gli antichi misteri celebravano una morte e una rinascita, nella natura che esce dal gelo e nell’uomo-Dio vincente sulla cristallizzazione della materia: il candidato ai misteri, colui che ha acquisito consapevolezza di trovarsi in una dimensione pesante e innaturale per il figlio della luce, in una selva oscura e di aver smarrito la retta via, viene spinto a volgere gli occhi in alto, verso la montagna, simbolo del percorso iniziatico, dalla quale verrà l’aiuto. Tre bestie tuttavia gli sbarrano la strada allorché si accinge ad affrontare la dura salita: esse rappresentano la natura bestiale dell’uomo da purificare e trasmutare in un cambiamento radicale di coscienza, in cui si sostanzia la morte iniziatica con l’abbandono dell’immedesimazione nelle energie dell’ego. Prima di salire, Dante inizia un percorso che lo conduce verso il basso, negli inferi interiori, nelle regioni oscure dell’inconscio dove c’è il ribollente magma del rifiuto, l’ombra in cui energie maligne e distorte si agitano richiamando la sua attenzione. Il messaggio è noto alla tradizione: anche Enea nel VI canto dell’Eneide e Maometto in un testo islamico, di appena ottanta anni prima di Dante, compirono viaggi notturni attraverso un inferno che necessariamente precede la salita alle sfere, perché l’uomo deve svelare i suoi meandri più oscuri e negletti per permettere alla luce della coscienza di dissolvervi le tenebre, proprio come suggeriscono gli ermetisti: “Visita interiora tua (o terrae), rectificando invenies occultum lapidem”. L’Inferno Nel susseguirsi di personaggi che popolano l’inferno, Dante passa in rassegna le oscure tendenze dell’anima umana, quelle che le impediscono di volare, che lo rendono dualistico e privo d’integrità. Con umana compassione, l’iniziato sul cammino osserva senza giudizio ogni moto della sua anima, traendone il messaggio e davanti alla sua coscienza sfilano tutte le potenzialità inespresse e represse, tutti gli stati d’esistenza di un passato remoto, occultato nell’intimo e proiettato, come un fardello di altri, sull’intero creato. Come negli antichi misteri, una guida accompagna il candidato: per Dante è Virgilio che già aveva offerto a Enea il ramo d’oro di Eleusi, a simbolo di resurrezione e immortalità, perpetuato nel cristianesimo nella palma della domenica che precede Pasqua, e in massoneria nell’acacia. La guida rappresenta la coscienza dell’uomo dialettico, la ridestata consapevolezza della necessità di raddrizzare le vie del Signore, come diceva il Battista, di compiere un processo di morte e rinascita, per recuperare una condizione divina che spetta per diritto ereditario e di cui il candidato ai misteri avverte una grande nostalgia che funge da pungolo: in una serie incessante di prese di coscienza, penetrando la natura umana, disgregandone la sua apparente compattezza sotto l’azione del calore infernale del crogiolo alchemico, Dante realizza l’opera al nero, la nigredo. Nelle profondità del suo abisso interiore, lo attende Lucifero, la sorgente energetica dell’ego dialettico che, come il minotauro nel labirinto, deve essere affrontato dall’eroe solare che diviene consapevole di essere dominato da forze che lo governano, plasmando la sua fallace personalità in cui si immedesima, ma che lo separa dall’integrità del suo vero essere. Abbandonati i pre-giudizi e smascherando il suo programma interiore originato da karma, educazione ed esperienze, l’iniziato sa che il sistema elettromagnetico che lo alimenta deve essere spento, un nuovo cielo e una nuova terra devono apparire. Per questo Dante, nel profondo del suo inferno, incontra Lucifero a tre facce: una nera, una bianca e una rossa, i colori dell’alchimia, perché anche le energie luciferine si convertiranno con il compimento della Grande Opera: “… conviene che di fortezza t’armi”, gli consiglia Virgilio mentre Dite-Lucifero, con le sue ali tutto ghiaccia, perché tale è la sua azione cristallizzante e Dante così descrive la sua morte iniziatica: “… io non morì, e non rimasi vivo”. Ormai le energie luciferine sono domate, Virgilio e il poeta si aggrappano a Lucifero per uscire dall’inferno, vale a dire che la stessa natura dialettica, vinta dalle energie divine, diviene lo strumento per riscattare l’uomo. Non a caso Dante, volgendo lo sguardo indietro, vede Lucifero capovolto, evidente simbolo della conversione che avviene quando nel bacino dell’iniziato (raggiunto dalla luce entrata nel suo sistema attraverso il cuore) Cristo e Lucifero domato, qual unico flusso di energia, risalgono lungo il canale del serpente, lungo la spina dorsale realizzando l’abito di luce, il manto d’oro delle nozze. L’inferno finisce con il verso “… e quindi uscimmo a riveder le stele”, la stella che appare nell’athanor alchemico dopo il fetore della sostanza sotto l’effetto del fuoco che la sollecita. Il Purgatorio “Per correr migliori acque alza le vele ormai la navicella del mio ingegno, che lascia dietro a sè mar sì crudele; e canterò di quel secondo regno dove l’umano spirito si purga e di salire al cielo diventa degno”. Inizia così il Purgatorio, la fase alchemica dell’albedo, della purificazione, della caduta delle scorie sotto l’effetto del fuoco, in cui è finalmente possibile intraprendere la salita alla montagna che a ogni passo porta al distacco dai valori del piano orizzontale e alla conquista della libertà. Con Casella, Dante vede quanto leghi la stessa bellezza della terra, con Manfredi scopre l’effetto dei rancori, con Jacopo del Cassero constata come i ricordi possano pietrificare l’anima, con Bordello è la polemica politica a legare. Insomma con i personaggi mano a mano incontrati, Dante scorge i suoi legami interiori da sciogliere per aspirare alla libertà. All’ingresso, un angelo su tre gradini, ancora una volta con i tre colori dell’opera alchemica, lo segna sulla fronte come i salvati dal Signore di biblica memoria: sette “P” sono tracciate sulla sua fronte, i sette peccati capitali come sostiene la critica, comunque sette ostacoli da sciogliere nel processo di purificazione per rendere possibile la visione, l’apertura del terzo occhio, l’accensione del candelabro dai sette bracci. Solo con il passaggio per le sette cornici – come i sette gradini dei misteri mitriaci e massonici – Dante può essere idoneo agli stati superiori dell’essere, alla trasformazione più radicale che lo porterà dal piombo all’argento e quindi all’oro. Nel ricevere i doni delle sette forze dello Spirito, superando le prove a esse connesse, Dante purifica il suo essere e il suo fardello si alleggerisce preparandosi a una frequenza vibratoria superiore. La scala a sette gradini suggerisce altrettanti livelli d’iniziazione: la guida è ancora Virgilio, perché il suo strumento più elevato è la mente illuminata che lo induce a neutralizzare i legami con il mondo, senza reprimerli, vigilando, osservandoli obiettivamente, come Dante appunto fa con i personaggi che incontra. Staccarsi dalle abitudini del sangue, dai pregiudizi, dal sentimentalismo oscurante, costituisce la base per quella trasformazione fondamentale che porta l’iniziato a liberare la vera facoltà del pensiero, a realizzare l’iniziazione di Mercurio, del potere del pensiero che porterà alla conoscenza di prima mano, alla vera saggezza. A Mercurio segue Venere, fonte di amore che guida l’iniziato a porsi al servizio di Dio per compassione verso il mondo. La Gnosi penetrata nel sistema del candidato ai Misteri conquista i santuari della testa e del cuore, ma ora i nuovi potenziali sviluppati devono essere concretizzati al servizio del piano divino, attraverso una forte volontà nella quale si esprima la potenza creatrice, il fiat lux: è l’iniziazione di Giove, il dio del fuoco, del mago che tutto può perché saggio, pieno d’amore e fornito di volontà divina, è il sacerdote che collega le terra al cielo e che ripristina il piano divino. Quando non vi è purificazione e non viene compiuto il giusto procedimento alchemico, si rischia di divenire maghi luciferini che hanno acquisito poteri per accrescere il proprio ego e non per eseguire la volontà di Dio. Non a caso, nella fase dell’albedo, gli alchimisti pongono la prova del drago, dell’anima liberata dal corpo che si trova ad affrontare una forza tremenda pronta a destarsi per prendere il sopravvento e imprigionare l’anima, se solo l’attenzione dell’iniziato si indebolisce, soggiogata dagli antichi legami: il rischio di tale fase è di perdersi nell’ingannevole mondo tenebroso, nel divenire operatori dell’occulto, al servizio di Lucifero. La forza saturnina Il processo continua il suo sviluppo sotto l’effetto del fuoco dello Spirito: ora è Saturno, responsabile del processo di cristallizzazione della struttura fisica, a essere dominato per lasciare il posto al nuovo Saturno che, dopo aver eliminato con la falce gli impeti passionali della vita inferiore, le forze della personalità dialettica, segna il passaggio tra una vecchia e una nuova dimensione. Dal nuovo Saturno, nascerà l’uomo celeste. Aperta la porta di Saturno al limite della dimensione dialettica, l’uomo divino inizia a manifestarsi e diviene esso stesso sorgente d’amore, di un amore impersonale che abbraccia l’intera umanità. Nel Purgatorio, dunque, l’iniziato domina gli aspetti inferiori dei pianeti, per consentire a quelli superiori di manifestarsi, al fine di conseguire il Paradiso. Alla settima cornice Dante attraversa un cerchio di fuoco (in greco pur), estrema prova di purificazione possibile solo per chi ha già compiuto un graduale, consapevole processo di liberazione dell’anima dai legami della materia. L’iniziato è pronto per la Gnosi: “…tra Beatrice e te è questo muro”, dice Virgilio. Con il supremo sforzo di volontà, spinto dal desiderio del divino, Dante realizza l’albedo, l’opera al bianco: “Non aspettar mio dir più nè mio cenno: libero, dritto e sano è il tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch’io te sovra te corono e mitrio”. La creatura già in balia del karma e di autorità esteriori, diviene rex pontifex, Cavaliere Kadosh che riunisce in sé corona e mitra, potere temporale e spirituale, per cui è libero e finalmente responsabile, capace di ascoltare la saggezza che può acquisire solo l’anima, non più condizionata dai legami della materia, grazie alla luce divina che non incontra più ostacoli nell’inondare l’intero essere trasformato. Ora Dante incontra Beatrice, di cui darà la definizione nel VII canto del Paradiso: “… il santo rivo ch’esce da fonte onde ogni Ver deriva”. È la Gnosi, l’intelligenza dei trovatori, la donna, la sapienza divina, la luce di Dio, la Grazia. Il viaggio per il Purgatorio è concluso e l’iniziato è “…rifatto sì come piante novelle rinnovellate di novella fronda, puro e disposto a salir alle stele”. “Novelle, rinnovellate, novella”, una triplice esaltata sottolineatura dell’Uomo Nuovo che è nato dalla vecchia natura, ormai nel fondo dell’athanor. “Nel ciel che più della sua luce prende fu’ io…”, qui Dante si sente trascendere i limiti della condizione umana e s’innalza attraverso la sfera del fuoco. L’iniziato oltrepassa la natura umana, è rinato nella luce nella quale fissa lo sguardo: la trasfigurazione è compiuta e, non a caso, il poeta passa nel cielo della luna, simbolo alchemico della fase al bianco. In questo passaggio l’iniziato richiama l’attenzione di chi è in grado di comprendere il suo discorso: “O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi di ascoltar, seguìti dietro al mio legno che cantando varca, tornate a riveder li vostri liti: non vi mettete in pelago, chè, forse, perdendo me, rimarreste smarriti”. Il Paradiso L’esperienza del Paradiso è per pochi ed è necessariamente coperta dal segreto iniziatico, essendo del tutto straordinaria. Inizia la fase culminante dell’opera alchemica: la rubedo. Dante rivolge la sua preghiera al dio sole Apollo e, perennemente accompagnato dalla Luce divina, dalla Saggezza, da Beatrice, attraversa le sfere celesti corrispondenti a Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno, alle stelle fisse, all’Empireo, viaggiatore tra mondi e dimensioni. Come nel Purgatorio i pianeti hanno rappresentato il loro aspetto inferiore di cui disfarsi, con la purificazione che consegue al distacco dal potere del pensiero egocentrico, responsabile primo della separazione da Dio, dall’amore umano che lega al mondo, dall’azione al servizio del mantenimento del mondo dialettico, dalla volontà guidata dall’egoismo e dal potere, dalla cristallizzazione del vecchio Saturno che chiude la porte all’energia divina, compiuto tale processo nel Paradiso gli stessi pianeti rappresentano le mutazioni legate al procedimento alchemico nella sua fase finale. Di sfera in sfera Dante passa in un processo di esaltazione ed estasi che spesso si esprime con momentanee cecità, con il sonno o con svenimenti, nel tentativo di spiegare a parole la trasformazione della coscienza sotto l’effetto del fuoco divino. Dal nuovo Mercurio nasce la capacità di cogliere il piano divino, di acquisire la conoscenza che è sapienza e saggezza. Dalla nuova Venere nasce la capacità d’indirizzare l’amore verso l’esterno, al servizio di Dio e del creato. Dal nuovo Marte nasce la volontà, riflesso di quella divina. Dal nuovo Giove nasce il sacerdozio, l’essere strumenti della luce realizzando la Giustizia secondo la volontà di Dio. Non a caso, nel cielo di Giove, Dante accusa il papa e si appella al primo verso del libro della sapienza: “… diligite iustitiam, qui iudicatis terram”, la M finale si trasforma in aquila, simbolo di quell’impero che ha la sua fonte nella mitica terra bianca, nel regno del prete Gianni, in Shamballa, per designarlo con nomi di diverse tradizioni. Il cielo di Saturno, degli spiriti contemplanti, esprime l’ingresso in una nuova dimensione, lì ove le forze cristallizzanti del vecchio Saturno non hanno accesso, si manifesta l’Uomo divino accolto da una scala d’oro, un ampio passaggio verso il compimento dell’opera. Nell’ottavo cielo delle stelle fisse, l’Uomo Nuovo appare in tutto il suo splendore, tanto che a Dante appare la Luce del Cristo: il sorriso di Beatrice, la forza irradiante della Gnosi diviene tale che Dante sviene, la sua coscienza non è più umana. Segue la visione della Vergine, dell’anima nuova di natura divina, è l’anima mundi degli alchimisti che genera l’essere divino e che è generata dalla personalità trasmutata nel procedimento alchemico. Il processo continua e, negli occhi di Beatrice, Dante scorge un punto luminosissimo: Dio circondato da nove cori angelici e oltre l’empireo, il cui splendore acceca: è il momento conclusivo della rubedo, la visione del Paradiso dove, nel fiume di acqua viva, appare la candida Rosa della più pura tradizione esoterica, il simbolo per eccellenza del divino, la meta agognata da ogni cercatore della Verità, cantata dai trovatori e cercata dai cavalieri, come il loto dell’oriente, espressione di una fioritura che, con lo stelo, attraversa le acque del divenire, per aprire i suoi petali alla luce del Sole. La rosa è fiorita lì dove i due bracci della croce umana si uniscono nell’unità. Beatrice lascia Dante accolto da S. Bernardo, colui che ha dato la regola all’ordine dei Templari, la coscienza divina che ormai guida l’iniziato e che gli consente di “ficcar lo viso per la luce etterna”, dove il lungo viaggio attraverso il molteplice si conclude con il ritorno all’unità: “nel suo profondo vidi che s’interna, ciò che per l’universo si squaterna”. La natura umana, mortale e fallace si è trasformata nell’oro splendente del corpo di gloria della resurrezione di Maria Grazia Lopardi
Tratto dal sito UMSOI

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