"L'uomo è come un pescatore saggio che gettò la rete in mare e la ritirò piena di piccoli pesci. Tra quelli il pescatore saggio scoprì un ottimo pesce grosso. Rigettò tutti gli altri pesci in mare, e poté scegliere il pesce grosso con facilità. Chiunque qui abbia due buone orecchie ascolti!"
* * *

Interrogazione Parlamentare del "traditore" On. Scilipoti

Atto Camera - Interrogazione a risposta scritta 4-10970 - presentata da
DOMENICO SCILIPOTI - martedì 22 febbraio 2011, seduta n.437

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa.


- Per sapere - premesso che:

nel 1999 il Parlamento europeo con delibera nr. A 4-0005/99 del 14 gennaio 1999 si è espressa contro le sperimentazioni HAARP (con base in Alaska-Usa);

nel 2002 l'Italia ha firmato un accordo bilaterale con gli USA sulla ricerca climatica e il capo dei ricercatori italiani e il Professore Franco Prodi;

nel 2003 l'ex Ministro della difesa, Martino, autorizza le forze aeree Usa (USAF) a sorvolare gli spazi aerei dell'Italia;

nel periodo dal 2003 al 2009 sono state presentate nr. 14 interrogazioni parlamentari sull'argomento;

le sostanze tossiche utilizzate per le operazioni di aerosol sono composte da metalli, polimeri, silicati, virus e batteri;

l'alluminio è una sostanza neurotossica che danneggia sia il sistema nervoso centrale, che i processi omeostatici cellulari (l'alluminio è un fattore determinante nell'Alzheimer);

l'intossicazioni di metalli produce un abbassamento delle difese immunitarie;

l'alluminio uccide la flora batterica dei terreni;

le piogge prodotte dalle scie chimiche cambiano il ph dei terreni;

le operazioni di aerosol, comunemente chiamate scie chimiche, finiscono per determinare, ad avviso dell'interrogante, una lesione di diritti sanciti dalla Costituzione -:

se il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative volte:

a) ad accertare i valori di acidità, ovvero, i ph cambiati dal 2003 al 2010, a mappare con precisione la qualità attuale dei terreni e a garantire la cessazione delle operazioni suddette in quanto obbligano all'utilizzo di OGM;

b) a misurare il livello di bario e di alluminio nelle acque piovane su tutto il territorio nazionale promuovendo verifiche dopo le piogge provocate dalle operazioni militari;

c) a misurare il tasso d'inquinamento dell'aria specificamente in relazione ai prodotti utilizzati nelle operazioni di aerosol;

d) a determinare il rischio ambientale e per la salute della popolazione dei territori soggetti a operazioni di scie chimiche permanenti;

e) a chiarire l'influenza che le operazioni di scie chimiche dal 2003 ad oggi hanno avuto sulla salute degli italiani;

f) a pubblicare le ricerche epidemiologiche relative:

1) alle malattie infettive dell'apparato respiratorio;

2) allergie dovute a intossicazione da metalli;

3) Alzheimer e altre malattie degenerative riconducibili all'intossicazione di metalli;

g) a stimare la correlazione dell'aumento delle malattie in rapporto alle sostanze utilizzate nelle scie chimiche (ovviamente ogni malattia è multifattoriale e le questioni ambientali incidono significativamente, ma dal 2003 se vi è stato un aumento statistico significativo probabilmente dovuto alle scie chimiche);

intenda promuovere la cancellazione del segreto di Stato relativo alle scie chimiche e far cessare le operazioni che comportano scie chimiche tutt'oggi effettuate. (4-10970)


Invito alla pubblicazione e diffusione di questo testo
(le sottolineature ed il grassetto sono aggiunte dell'autore del blog)

No democrazia no party


Su quel che c'è da esportare...

Franco Frattini e l'Afghanistan:
«Chi chiede il ritiro immediato fa strumentalizzazioni politiche. La morte dei nostri ragazzi provoca giusta emozione e anima comprensibili reazioni emotive. Ma io dico che portare democrazia in Afghanistan significa dare sicurezza in Europa, tenendo lontano il terrorismo internazionale dalle nostre città» ... «La democrazia si esporta con tutti i mezzi necessari. Le armi servono solo a difendersi e ad assicurare la vita quotidiana (…)»



Franco Frattini e la Libia:
«L'Europa non deve esportare la democrazia. Noi vogliamo sostenere il processo democratico, ma non dobbiamo dire: questo è il nostro modello europeo, prendetelo. Non sarebbe rispettoso dell' indipendenza del popolo, della sua ownership»


Obiettibi a medio e lungo termine di Al Qaeda!

Cospirazionismo e memetica

La memetica, come molti sanno, è una cosa inventata da Richard Dawkins in un capitolo del suo libro Il gene egoista.

In origine era solo un'analogia molto interessante. Dawkins si chiedeva se oltre al Dna era possibile individuare altre entità che evolvessero in modo darwiniano, ovvero tramite replicazione ed errori, e la selezione operata dall'ambiente. Un possibile candidato, secondo Dawkins, erano le "idee", o "unità di memoria", ribattezzate "memi" per assonanza con i geni.

Le idee, secondo questa concezione, sarebbero copiate e trasmesse più o meno fedelmente attraverso i vari veicoli (i cervelli umani, eventualmente attraverso l'intermediazione di media come la stampa o la tv), entrerebbero in competizione tra loro per occupare le limitate risorse di memoria dei loro portatori, ed evolverebbero di conseguenza.

Una filastrocca, ad esempio, può essere sentita una prima volta, memorizzata, e poi ritrasmessa con qualche piccola modifica. Il successo delle varie ed eventuali modifiche, che possono dipendere da semplici lacune di memoria di colui che ripete la filastrocca, dipenderà dalla loro facilità di memorizzazione e di esecuzione. Filastrocche troppo complicate e con versi eccessivamente lunghi, parole difficili, e dalla metrica ardita, quindi, tenderanno a cedere il passo alle loro varianti più semplici, dalla cadenza ripetitiva e in rima baciata.

L'idea interessante è che così come, secondo Dawkins, i geni non lavorano necessariamente per il bene dell'organismo ospite, ma lavorano, egoisticamente, soprattutto per il proprio tornaconto (la massima diffusione nella biosfera), così dovrebbero agire anche i memi. In questo modo si spiegherebbe la diffusione di idee che sembrerebbero altamente perniciose, almeno dal punto di vista degli esseri umani che le ospitano.

L'esempio paradigmatico di meme è la classica catena di sant'Antonio, diffusa per lettera come ai vecchi tempi o ancora meglio via posta elettronica. Un messaggio di questo tipo non ha altra funzione se non quella di replicarsi il più possibile, e infatti anche il suo contenuto consiste di poco altro che dell'istruzione "replicami", accompagnato da qualche minaccia o lusinga. Lo si potrebbe paragonare a un virus, che infatti non è altro che uno scarno involucro di proteine contenente una stringa di Dna la cui unica funzione è quella di replicarsi. Alcune varianti della classica catena sono i consueti appelli-bufala, che facendo leva su sentimenti universali come la pietà per i bambini malati o il sospetto nei confronti delle malefatte delle industrie multinazionali, ci convincono a diffondere messaggi il cui contenuto non è stato verificato.

Ma Dawkins aggiunge, provocatoriamente, che anche entità culturali enormemente complesse come le religioni potrebbero essere paragonate a "virus della mente". Il beneficio che le religioni apportano alla vita dell'individuo, o alla società nel suo insieme, è infatti dubbio (almeno dal punto di vista di Dawkins che è un noto anticlericale). Ma le religioni, a volte dotate di contenuti poco "ragionevoli" (come la credenza in un parto virginale), sono provviste, come le catene di sant'Antonio, delle loro minacce e lusinghe allo scopo di convincere il loro portatore a non abbandonarle, e anzi a propagarle.

Un "trucco" ben riuscito, ad esempio, una vera barriera contro la ragionevolezza e il buon senso, è il famoso motto attribuito a Tertulliano "credo quia absurdum": "ci credo proprio perché è assurdo", e non "nonostante sia assurdo". In questo modo l'assurdità di un sistema di credenze si trasforma, agli occhi del portatore, in un pregio, in una caratteristica affascinante, piuttosto che in un difetto. Questo "atletismo della fede", per cui un uomo è tanto più virtuoso quanto più riesce a digerire le peggiori sciocchezze, è in effetti una caratteristica comune a molte credenze religiose.

La memetica quindi sarebbe lo studio scientifico delle strategie elaborate dai memi al fine di garantire a se stessi la massima diffusione e conservazione. Il problema è che una scienza del genere non esiste, nonostante il successo clamoroso dell'idea di Dawkins al livello della cultura pop, perché dopo trent'anni dalla pubblicazione del Gene egoista siamo ancora fermi allo stadio del vago suggerimento e dell'analogia. E probabilmente questo è anche il massimo cui la memetica possa aspirare: non può esistere una scienza della memetica per il semplice motivo che la cultura, escluse notevoli eccezioni, non si evolve affatto in questo modo.

Dawkins, con la sua consueta abilità argomentativa e intelligenza, ha fatto balenare davanti agli occhi dei neo-positivisti il miraggio impossibile di una scienza materialistica e quantitativa della cultura, rivoluzionaria quanto lo è stata la teoria di Darwin per la biologia, e molti suoi ammiratori (fra cui un grande filosofo come Daniel Dennett) ci sono cascati con entrambi i piedi, sottovalutando le difficoltà intrinseche in una tale visione. Tanto per cominciare, la stessa esperienza quotidiana e un minimo di introspezione dovrebbero avvertirci che le cose non possono essere così semplici.

Le idee, infatti, non vengono diffuse e replicate per semplice imitazione, e non si modificano per il tramite di errori casuali: esse si trasformano a causa dello sforzo cosciente, da parte dei loro portatori, di migliorarle, valutandone le potenzialità e gli eventuali difetti. Le idee non sono virus che si propagano nell'aere dai quali rimaniamo involontariamente infetti e che diffondiamo tramite contagio altrettanto inconsciamente. Noi le cerchiamo, nello sforzo di migliorare le nostre vite e la nostra visione del mondo, le selezioniamo, scartando quelle che ci paiono inutili o dannose, e poi ci sforziamo di migliorarle, per trovare le soluzioni ai nostri problemi o alle nostre curiosità sul mondo. E niente di tutto questo assomiglia a un vero processo di selezione darwiniana.

Una mente cosciente e intelligente è un qualcosa che viene sempre a rompere le uova nel paniere ai vari progetti riduzionistici. C'è infatti qualcosa di più, per il quale rimango piuttosto scettico riguardo alla memetica: nessuno sa dire esattamente in che cosa consistono i memi, o idee. Non che la definizione di "gene" sia del tutto priva di ambiguità, ma nel caso della genetica sappiamo grosso modo a cosa corrisponde un gene nel mondo materiale: è un pezzetto di acido desossiribonucleico incorporato in una cellula. Sappiamo dire quando un gene è dello stesso tipo di un altro, anche a prescindere dalla funzione svolta per l'organismo: due geni sono identici quando sono composti dagli stessi nucleotidi, quando le loro "stringhe" sono identiche. Mentre nel caso delle idee, non solo ci mancano criteri chiari per capire quando un'idea è la stessa di un'altra (il vecchio Quine diceva sempre "no entity without identity"), ma abbiamo anche molti motivi per credere che non esista niente, nel mondo materiale, a cui corrisponda sempre una stessa idea (una tale posizione corrisponderebbe, in filosofia della mente, alla teoria dell'identità dei tipi, oggi assai poco in voga).

Dal momento che non abbiamo un'idea di cosa siano, in realtà, le unità di replicazione e selezione che renderebbero conto in maniera darwiniana dell'evoluzione della cultura, è difficile pensare di poterci davvero costruire sopra una scienza rigorosa. Quella di Dawkins resta, tuttavia, una provocazione affascinante, che alcuni studiosi hanno inoltre raccolto ed elaborato in maniera critica e originale (ad esempio Dan Sperber, che invece di "memetica", con la sua stretta analogia darwiniana, preferisce parlare in modo più generico di "epidemiologia delle credenze"). E su cui vale la pena di riflettere.

Se sono abbastanza sicuro, infatti, che una tale analogia non possa affatto rendere conto dell'evoluzione della cultura nel suo complesso, può ben darsi invece che alcuni fenomeni culturali abbastanza circoscritti corrispondano grosso modo al quadro delineato da Dawkins ed epigoni. Trovo abbastanza inutile chiedersi da dove venga la teoria della relatività: essa è un parto del genio di Einstein, ed è così diffusa, nei libri di testo e nelle università, perché rappresenta una descrizione vera del mondo, o almeno un'ottima approssimazione alla verità. Ma da dove vengono, invece, le barzellette o le leggende urbane, da dove vengono certi culti religiosi (ho letto da poco un romanzo, Pastorale americana di Joseph Roth, dove la figlia del protagonista a un certo punto si dedica al giainismo: si mette una garza sulla bocca per non nuocere ai microbi, ed evita di lavarsi per non fare del male all'acqua), da dove vengono certe teorie di complotto?

Le teorie del complotto infatti sono un po' come le barzellette: non nel senso che fanno ridere (non solo), ma nel senso che le modalità di propagazione sono simili. Molto spesso non c'è un vero "autore": alcuni complottisti sono molto noti, ma di rado possono essere identificati come gli autori originari delle teorie cospirazioniste, poiché esse sono "nell'aria" e attecchiscono dove trovano del terreno fertile. A differenza della teoria della relatività, inoltre, è molto difficile sostenere che le cause del loro attecchimento si trovano nella loro corrispondenza alla realtà o nel successo nel prevedere o spiegare gli eventi. Esse corrispondono piuttosto a bisogni psicologici, e si alimentano dei pregiudizi o delle fobie della gente.

Come le barzellette, esse sembrano propagarsi ed evolversi per replicazione ed errore, nel senso che vengono ripetute acriticamente in maniera meccanica, salvo le innumerevoli varianti che acquistano vita indipendente, e delle quali è molto difficile rintracciare l'origine. La riprova del carattere "meccanico" o automatico del sistema di propagazione la si può ritrovare in qualsiasi forum di discussione sulle teorie cospirazioniste, e nella loro evoluzione altalenante e imprevedibile. Basti notare infatti come risulti pressoché impossibile superare o dare per acquisite certe nozioni: supponiamo che venga denunciata una certa "stranezza" della "versione ufficiale" per quanto riguarda il 9/11, come ad esempio il fatto che le rotte percorse dagli aerei mostrano manovre "impossibili". La cosa viene ripetuta fino a quando qualcuno non fa notare che le rotte disegnate in realtà non sono quelle ufficiali, le quali invece appaiono eseguibili senza difficoltà particolari. Il tema viene dimenticato per un breve periodo di tempo, ma dopo qualche mese un nuovo utente apre una nuova discussione dove denuncia il fatto, scandaloso, che gli aerei hanno percorso manovre impossibili. E si riparte da capo. Non si può dire che non esista un'evoluzione, ma di certo non c'è progresso.

Nonostante molti cospirazionisti amino definirsi "ricercatori", è fuor di dubbio che la ricerca scientifica non progredisce in questa maniera. I ricercatori non assimilano passivamente le nozioni ripetendole a pappagallo senza verificarle e senza aggiornarsi allo stato dell'arte della ricerca. I ricercatori vanno in cerca delle informazioni più attendibili, più aggiornate, e poi tentano di elaborarle personalmente (dove però per elaborazione personale non si intende, ovviamente, la prima boiata che viene in mente), e poi verificano di nuovo il frutto delle loro elaborazioni. No, le teorie scientifiche non assomigliano un granché ai memi di Dawkins.

Trovo interessante il fatto che una teoria avanzata al fine di rendere conto, in maniera sistematica e simil-quantitativa, dell'evoluzione della cultura, ovvero della più alta espressione della mente umana e della sua capacità raziocinante, riesca ad apparire promettente solo in quei campi ristretti dove la razionalità sembra fallire del tutto il suo compito.

Articolo originale e commenti sul blog
l'albero di maggio

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TEMPO DI QUARESIMA

VISITA PASTORALE E BENEDIZIONE ALLE FAMIGLIE

L'annuale cammino di penitenza della Quaresima è il tempo di grazia, durante il quale si sale al monte della Pasqua. Ci prepariamo a questo evento con le opere del digiuno, della preghiera e dell'elemosina. Il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo vale per tutti l'obbligo del digiuno; inoltre il venerdì di Quaresima ci si astiene dalle carni. Più intensa si fa la preghiera personale; si apre il nostro cuore alle necessità dei fratelli soprattutto dei più poveri.

Come ogni anno, secondo antica tradizione, nel periodo che precede la Pasqua, il parroco o alcuni collaboratori in suo nome, visitano le famiglie della parrocchia per portare a tutti l'annuncio della Pace e della Benedizione di Dio; è lo stesso Gesù, che compie questa visita. Si tratta di una breve preghiera nel luogo dove la famiglia si riunisce solitamente.
E' opportuno, se possibile, preparare un luogo adatto, mettendo una tovaglia, un fiore, un crocefisso oppure un'icona, un'immagine sacra, una candela.

(nella foto, un simpatico lettore mp3 a forma di crocefisso)

Lasciamo spazio alle intuizioni


L' 11 febbraio 2011 è iniziata l’ultima fase della piramide evolutiva del calendario Maya; esso non ha mai predetto alcuna catastrofica fine del mondo e non è altro che un sistema atto a misurare ed a mantener traccia del flusso della Creazione.

I cambiamenti si susseguiranno in modo vorticoso, di mese in mese, ed è il momento adatto per lasciarsi guidare dal proprio senso dell'intuito: l'unico ad avere una connessione con la conoscenza interiore ed in grado di indicarci al momento giusto cosa fare.

L'intuizione si realizza solo a compimento del seguente processo: l’Attenzione, che sviluppa la Intenzione, che genera l’Integrità, che consente l'Intuizione. Siamo quindi giunti al passaggio cruciale in cui ci viene chiesto di rimanere centrati, a restare integri, senza rimanere in balia della mente con tutte le sue ragioni e scuse.

La mancanza di integrità fa crollare religioni, istituzioni, relazioni; quando un sistema non ha più integrità, collassa... ed è esattamente quel che stiamo vedendo in questo nostro tempo di fine civiltà.

Rielaborato e tratto da Ecplanet: 1O febbraio 2011: un nuovo inizio di ciclo nel calendario Maya